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ALHAMBRA 31 marzo 1492

IL FURTO DEL TEMPO, Giuseppe Sciacca - 15 maggio 2025

2025-05-15 17:31

Giuseppe Sciacca

Ebraismo,

IL FURTO DEL TEMPO, Giuseppe Sciacca - 15 maggio 2025

I giorni che stiamo vivendo, resteranno nella memoria di molti per l’evento costituito dalla ascesa al soglio di Pietro del nuovo Papa Leone XIV, gior

I giorni che stiamo vivendo, resteranno nella memoria di molti per l’evento costituito dalla ascesa al soglio di Pietro del nuovo Papa Leone XIV, giorni caratterizzati dalle attese che il mondo cattolico, ripone nel suo nuovo Pontefice, aspettative certamente incentivate dai ripetuti riferimenti alla pace e alle problematiche sociali dei nostri tempi, che hanno caratterizzato i suoi primi discorsi, quale pastore della chiesa romana nel mondo . L’attesa, da qualunque cosa derivi, ha sempre l’effetto di dare la sensazione che il decorso del tempo si rallenti. E’ ricorrente quando si attende pronunciare l’espressione: sembra che il tempo non passi mai.

Anche per il mondo ebraico questi stessi giorni sono giorni di una diversa attesa, la tradizione denomina il periodo che va dalla Pasqua ebraica ( Pesach ) alla Pentecoste (Shavuot) tempo  del conteggio dell’omer, è un arco di  giorni di preparazione spirituale che distanzia le due festività, e se Pesach rappresenta la libertà dalla schiavitù del faraone, Shavuot è il dono della Torah, della legge del Signore, che ha reso gli schiavi, gli ultimi, i derelitti fuorusciti dall’ Egitto, un popolo, il Popolo eletto. Questo conteggio disposto dalla Bibbia (Levitico 23:15-16; Deuteronomio 16:9) deve essere effettuato ogni sera, con precisione e consapevolezza ed ogni singolo giorno deve essere benedetto. Una pratica ed un rituale che non serve soltanto ad individuare quando cadrà Pentecoste, ma ad acquisire una padronanza del tempo. Il bene più prezioso che ha l’uomo e che per questa ragione non dovrebbe essere sprecato, giacchè l’uomo che sciupa il tempo, deteriora la sua intera vita stessa. Oggi purtroppo i giovani ed anche i meno giovani si vedono erodere gran parte della loro giornata da un uso improprio ed esagerato di computer e cellulari, che sono divenuti per costoro la porta di accesso per l’effimero. Le continue notifiche di messaggi, più o meno importanti o anche assolutamente inutili o finalizzati a veicolare pubblicità, accompagnate dallo scorrere continuo e senza sosta di notizie e video, hanno l‘effetto di indurre alla passività della mente, che, come un riccio, si rinchiude in se stessa al cospetto di un diluvio di tante immagini, anche belle, ma assolutamente aride di contenuti. E’ la prima volta nella storia dell’umanità che l’uomo si trova ad avere un rapporto così intimo con una tecnologia così potente, che è imitazione della sua intelligenza, strumenti che, agli inizi, si sono presentati alla soglia della sua vita in punta di piedi, quali utili dispositivi e che ora, cresciuti a dismisura con le loro capacità che sono multiple rispetto a quelle dell’uomo, lo circondano e minacciano di dominarlo sempre più, con i mille stimoli che instancabilmente ed automaticamente si succedono, tutti caratterizzati dalla rapidità e dalla  superficialità, quando, ancor più dannosamente,  non sono veicolo di notizie false e tossiche, inviate per contribuire a formare opinioni distorte. Questa incessante pioggia di sollecitazioni, in ogni caso, induce ad un sovraffollamento mentale ed alla incapacità di seguire o formulare pensieri complessi. L’uomo perde la capacità di meravigliarsi, di provare curiosità, di approfondire le notizie e di riflettere, caratteristiche che lo rendono umano. A questo, nei casi più estremi consegue la perdita dei contatti con la natura, con la fisicità del vivere e la genuinità dei veri rapporti interpersonali. L’immagine iconica di questo fenomeno è la coppia seduta al tavolo del ristorante che, anziché parlare tra una portata e l’altra, si immerge nello schermo dei rispettivi telefoni, quando questi dispositivi non vengono propinati ai bambini, quale babysitter a buon mercato, con l’effetto di risucchiarli in un vortice dal quale diventa sempre più difficile tirarli fuori dalla strada che porta a divenire degli “hikikomori”, gli adolescenti che rifiutano il mondo, che si isolano dalla vita sociale, trascorrendo le loro giornate rinchiusi in camera. Oggi l’uomo che vuole salvarsi dell’appiattimento deve porsi in una posizione d’attesa e distanziarsi rispetto a tutto ciò che può travolgere la sua anima schiacciandola, imparando a valorizzare le ore e i giorni  per riappropriarsene, magari contandole, quale tecnica semplice ma proficua per difendersi e  tornare ad affermare la sua superiorità anche sulla più sofisticata delle intelligenze artificiali, che pur essendo più forti e potenti di lui possono e devono essere dominate, con il distacco e senza mai perdere il conto delle ore in cui siamo rimasti ad utilizzarle, perdendo il contatto con la parte migliore di noi stessi. Tornare a contare le ore ed i giorni per essere padroni del proprio tempo e quindi della propria vita.

                                      Giuseppe Sciacca