Cassandra, Clitennestra, la Verità e la Guerra
Oggi più che mai, nell'attuale momento in cui l’umanità si trova sul ciglio di un baratro, la cui
drammaticità ha un solo uguale, nella crisi dei missili di Cuba dell’ottobre del 1962, sarebbe
necessario trovare chiarezza tra le tante voci della politica.
I popoli che nei paesi liberaldemocratici dispongono di mille prerogative per incidere sulla vita
politica, prima di ogni cosa, dovrebbero trovare la saggezza necessaria per scegliere chi ascoltare
e seguire tra gli uomini politici di governo, individuando quelli veramente in grado di affrontare
una contingenza tanto grave.
In verità, è più facile che accada il contrario, che restino inascoltate le voci che indicano
verità scomode e gravose ed invece vengano preferite quelle che si guadagnano consensi con
discorsi agevoli ed allettanti.
Ciò è probabile che possa accadere, perché da che mondo e mondo, l’uomo accetta di buon grado,
specie nei momenti di grande tensione, di essere sostenuto e rassicurato, anche se in fondo sa di
essere di essere ingannato.
Questa realtà è antica quanto il mondo ed anche nei racconti mitologici spesso emerge questa umana
ambiguità. Tra le narrazioni più note vi è il mito di Cassandra, profetessa, figlia del re di
Troia ,ma con l’avverso destino di non essere creduta. Il suo nome che non a caso significa “colei
che rifiuta l’uomo” già la dice lunga sui fatti che hanno determinato questa sua caratteristica.
La nobile e bella fanciulla aveva appreso la capacità di profetizzare dallo stesso Apollo, il quale
innamorato di lei, le aveva promesso di insegnarle quanto necessario per conoscere il futuro.
Cassandra accettò il patto e ricevette tutti gli insegnamenti dell’arte divinatoria, ma acquisite
le conoscenze, rifiutò di unirsi alla divinità. Allora Apollo, indignato, le sputò in bocca, con
l’effetto di disfare non il dono della profezia, ma quello della persuasione.
Da quel momento nessuno avrebbe creduto alle sue profezie. Cassandra, con la conquista di Troia,
da parte degli invasori greci, divenne preda di guerra e quindi concubina di Agamennone re di Argo,
marito di Clitennestra, comandante supremo dell’esercito che aveva effettuato la spedizione che
dopo dieci anni di feroce assedio aveva espugnato la città, dove la giovane donna aveva vissuto.
Al ritorno in patria del condottiero le due donne, che rappresentano i due opposti in merito al
dire la verità, si trovarono, loro malgrado, a vivere sotto lo stesso tetto e per di più legate al
medesimo uomo.
La regina Clitennestra, donna menzognera e persuasiva, aveva il dono dell’eloquio, il suo parlare
seduceva e lusingava , ma non era mai sincero.
Le sue parole avevano lo scopo di suscitare speranze e timori che consentivano alla abile
oratrice, di prospettare speranze irrealizzabili ed illusorie con le quali dominava la scena.
Con questi discorsi alimentava attese impossibili per spingere a soluzioni spesso ovvie, ma allo
stesso tempo irrealizzabili, manipolava così i sentimenti e la vita stessa di amici e rivali.
Tutto il contrario di quanto accadeva a Cassandra, che annunciando verità scomode, spesso
dolorose, ed ineluttabili, si condannava alla emarginazione.
I suoi stessi parenti mal tolleravano di essere messi di continuo al cospetto di predizioni che
turbavano la serenità delle loro vite.
La storia della rivalità delle due donne ebbe fine con l’assassino, per mano di Clitennestra del
suo re e della schiava profetessa, che lavò con il sangue antichi ed imperdonabili rancori nei
confronti del marito.
Ancora oggi, l’uomo della società postindustriale deve chiedersi se, malgrado secoli e secoli di
storia, sia in grado di accordare la propria fiducia alla parte politica che la meriterebbe, oppure
se le Cassandre resteranno, ancora una volta, sole e sepolte dalla ingannevoli e seducenti parole
delle Clitennestre, in un momento in cui è in gioco il futuro dell’intera umanità.